Giovedì 21 Agosto 2014 : Commento Giovanni Taulero

« Tutto è pronto; venite alle nozze ». Ma gli invitati si scusarono, andando « chi al proprio campo, chi ai propri affari »… Dappertutto purtroppo si vede questo strano affaccendarsi e questa continua agitazione che muove il mondo. Ci gira perfino la testa di fronte alla incredibile quantità di vestiti, cibo, costruzioni e di tante cose di cui la metà basterebbe ampiamente. Questa vita dovrebbe essere solo un passaggio verso l’eternità… Dobbiamo con tutte le nostre forze staccarci da questa sovrabbondanza di attività e di molteplicità, da tutto quanto non è un bisogno assoluto, e raccoglierci dentro di noi, restare legati alla nostra vocazione, considerare dove, come e in quale modo il Signore ci ha chiamati, chi alla contemplazione interiore, chi all'azione, chi … al riposo interiore, nel silenzio calmo delle divine tenebre, nell'unità dello spirito. Anche quest’ultimo è chiamato a volte da Dio all’attività esterna, a volte a quella interiore, secondo il suo beneplacito, ma l’uomo non è sempre attento alla sua chiamata… Se l'uomo chiamato interiormente al silenzio nobile e calmo volesse, per questo motivo, astenersi continuamente da ogni opera di carità, non farebbe bene; e purtroppo oggi sono rari quelli che vogliono compiere opere di carità straordinarie… Il Vangelo racconta poi come il maestro trova uno dei suoi ospiti seduto al banchetto senza essere rivestito dell'abito nuziale... L'abito nuziale che mancava a questo commensale è la pura, vera e divina carità, la vera intenzione di cercare Dio che esclude ogni amore di se stesso e di tutto ciò che è estraneo a Dio, che Dio non vuole... A coloro che cercano se stessi nostro Signore dice: « Amico, come hai potuto entrare qui senza l'abito della vera carità ? » Hanno cercato i doni di Dio più che Dio stesso.